Il microchip è l’unico sistema per l’identificazione dei cani ed è stato reso obbligatorio dal 2008.
Il microchip consiste in un piccolo cilindro delle dimensioni di circa 11mm di lunghezza e 2mm di diametro e viene inoculato a livello sottocutaneo, nella zona del collo a sinistra.
L’inoculazione avviene di norma nei cuccioli entro i 2 mesi di vita, viene effettuata in modo rapido e indolore attraverso delle particolari siringhe (sterili) e non necessita di sedazione. Si consiglia di non accarezzare la zona immediatamente dopo l’inoculazione del microchip per evitare che possa fuoriuscire dal foro della cute.
L’inserimento è un obbligo di legge, in quanto tale chi non lo applica al proprio cane è sanzionabile.
Ogni microchip è dotato di un codice identificativo di 15 cifre che accompagnerà il cane per tutta la sua vita. Questo codice compare nel lettore quando lo si passa vicino alla zona di inoculo e consente di risalire, attraverso il portale dell’anagrafe canina, a tutte le informazioni del cane quali:
– Il nome
-L’eventuale razza
-Il sesso
-Il colore del mantello
-La data di nascita
-La taglia
-La residenza
-Le eventuali vaccinazioni contro la Rabbia
-I dati del proprietario intestatario (Codice fiscale, indirizzo di residenza, data di nascita ecc.…)
Come abbiamo accennato prima, il microchip può essere rilevato attraverso piccolissime onde radio (che non nuocciono all’animale) da un particolare lettore scanner in dotazione ai veterinari liberi professionisti, ai veterinari delle ASL, alla Polizia Municipale e agli accalappiacani.
Il microchip ha soprattutto lo scopo di arginare gli episodi di abbandono dei cani, poiché una volta ritrovati vaganti, è possibile risalire immediatamente al proprietario e sanzionare il suo ignobile gesto. Inoltre, aiuta ritrovare il proprio cane in caso di smarrimento con lo stesso metodo. Ecco perché è importante che tutti noi facciamo la nostra parte di fronte a queste situazioni segnalando avvistamenti di cani vaganti oppure occupandoci personalmente della rilevazione del suo microchip presso le autorità competenti.
Inoltre, il microchip è indispensabile per procedere alle pratiche per effettuare altri documenti come il passaporto, che consente al cane di viaggiare all’estero.
Per quanto riguarda i cani di razza, è obbligo dell’allevatore provvedere all’inserimento del microchip a tutti i suoi cuccioli entro il terzo mese di vita, dal proprio veterinario, intestandoli a sé stesso. Poi il futuro proprietario effettuerà un passaggio di proprietà.
Sfatiamo alcuni miti:
Il microchip non è dotato di geolocalizzazione: molti erroneamente pesano di poter vedere in tempo reale la posizione del proprio cane smarrito grazie al microchip, ma non è così.
Il microchip non “vaga” nel sottocute del cane, al massimo può spostarsi di qualche centimetro ma non si sposta in maniera importante dalla sede nell’inoculazione.
Il microchip non viene “rigettato” dall’organismo dell’animale in quanto è costituito da un materiale innocuo e privo di effetti collaterali.
Il microchip non si può sostituire.
I gatti devono avere il microchip?
La normativa nazionale non prevede alcun obbligo di iscrizione in anagrafe per i gatti domestici, fatta eccezione per la regione Lombardia che ne ha imposto la microchippatura (Art. 105 della propria Legge Regionale 30 dicembre 2009, n. 33).
Anche in questo caso applicare il microchip al gatto può risultare vantaggioso sia in caso di fuga o smarrimento, ma anche in caso di appropriazione da parte di terzi (o vero e proprio furto) il microchip consente di rintracciare il proprietario reale.
Al prossimo articolo!
Pamela